Molte persone non capiscono perché, essendo Dio Onnipotente il ritorno del Signore Gesù negli ultimi giorni, il Signore Gesù sia chiamato Dio Onnipotente quando viene a compiere l’opera di giudizio negli ultimi giorni. Perché non continua a essere chiamato Signore Gesù? In realtà, Dio assume un nome nuovo ogni volta che compie una fase della Sua opera. Questo nome nuovo viene assunto da Dio Stesso secondo quanto si confà all’opera: non è che la gente Lo chiami come preferisce.
August 1 2019
Corea: previste il 22 luglio manifestazioni false contro i rifugiati della Chiesa di Dio Onnipotente. La fanatica che le promuove diffonde odio contro le minoranze
Massimo Introvigne
O Myung-ok, nota attivista coreana filo-PCC e “anti-eresie”, ha annunciato che il 22 luglio darà il via alle manifestazioni contro i richiedenti asilo cinesi della Chiesa di Dio Onnipotente a Seul. Condurrà con sé circa trenta persone, parenti dei rifugiati, costretti o manipolati dagli agenti della Sicurezza di Stato cinese e indotti a recarsi in Corea per chiedere che i propri familiari «tornino a casa». Ovviamente, qualora rientrassero in Cina i rifugiati non andrebbero “a casa”, bensì in prigione. In un documento distribuito durante la Ministerial to Advance Religious Freedom, a Washington, questa settimana, 13 ONG hanno protestato con decisione contro le manifestazioni false promosse da O.
È importante che i media coreani e internazionali capiscano con precisione chi sia O. La donna ammette con franchezza di appoggiare la collaborazione con le autorità cinesi contro la Chiesa di Dio Onnipotente e altri gruppi che il PCC non approva. Usa il medesimo modello di azione ai danni di minoranze diverse, spargendo odio e fanatismo. Il suo schema si ripete. Promuove “manifestazioni spontanee” false in cui sia una manciata di suoi amici, sia i parenti di persone di cui non approva lo stile di vita (o entrambi), chiedono a questi ultimi di “tornare a casa”. Se si tratta di richiedenti asilo stranieri, dovrebbero essere rimpatriati nei Paesi d’origine (dove saranno arrestati, o peggio). Se fanno parte di minoranze coreane, dovrebbero essere ricondotti dai loro parenti arrabbiati e da alcuni pastori cristiani che li terranno prigionieri e proveranno a convincerli, con l’utilizzo di varie forme di violenza fisica e psicologica, a cambiare il proprio stile di vita. Ciò accade in Corea a chi appartiene a entrambi i gruppi che O denuncia come “eresie” e agli omosessuali. Per qualcuno, la donna propone semplicemente che siano gettati in prigione.
Chiaramente queste proposte possono poggiare solo su ciò che in altri Paesi sarebbe sanzionato come discorso di incitamento all’odio. Le “eresie”, con speciale riferimento a quelle perseguitate in Cina dal PCC, per esempio il Falun Gong e la Chiesa di Dio Onnipotente, sono descritte come criminali, e i richiedenti asilo come “falsi rifugiati”. Al fine di de-umanizzare le persone che appartengono ai gruppi che odia, afferma che non siano realmente religiosi o spirituali, ma “pseudo-religioni”, una definizione che l’attivista applica anche al Falun Gong.
Per rimandare a casa (cioè nei temuti campi per la trasformazione attraverso l’educazione) i rifugiati uiguri, li ha collegati al terrorismo, secondo lo stile abituale della propaganda del PCC. Afferma che «la comunità internazionale accusa [gli uiguri] di terrorismo», confondendo la Cina e il suo asse della vergogna con la comunità internazionale. Ha persino dichiarato che Nurgul Sawut, leader australiana dell’iniziativa laica Campaign for Uyghurs, abbia rappresentato l’”islam radicale” in una conferenza co-organizzata da Bitter Winter il 20 giugno a Seul, dove la donna ha mostrato i suoi lunghi capelli neri ed è apparsa in pubblico senza il velo, cosa che avrebbe dovuto segnalare a tutti, ma evidentemente non a O Myung-ok, che non è una fondamentalista.
Dedica un eccessivo numero di parole per sostenere che lo Xinjiang sia parte della Cina e che gli uiguri dovrebbero comportarsi come bravi cittadini cinesi. Ci si potrebbe chiedere cosa questo abbia a che fare con un’organizzazione coreana cristiana che combatte palesemente le «eresie cristiane», ma qualsiasi cosa convenga al PCC trova gioco facile nel cuore della O.
Oppure, forse, anche gli uiguri non sono veri musulmani. O scrive che chi «propugna i sentimenti anticinesi e la resistenza nello Xinjiang fa uso attivamente di termini islamici connessi a sentimenti antigovernativi e dello scontento dei religiosi islamici per giustificare le proprie azioni». Infatti, obietta la donna, «i seguaci uiguri dell’islamsono [parte di] gruppi falsi mimetizzati»
Se gli uiguri fossero veri musulmani, sarebbe anche peggio. O, infatti, va oltre la consueta propaganda antiuigura del PCC e offende l’islam nel suo insieme, affermando che si tratti di pura “eresia”, invece che di «una delle tre principali religioni del mondo».
Se conosci i musulmani, ne conclude O, diventi loro ostile: «L’ostilità dei cinesi nei confronti dei musulmani è stata rafforzata dai frequenti contatti con l’islam fin dalla dinastia Yuan. I cinesi consideravano i musulmani rozzi, aggressivi, avidi». Ciò, a parer suo, deve essere ripetuto due volte: «I cinesi tradizionalmente considerano i musulmani egoisti e avidi. Per questo motivo l’avversione e il disprezzo nei loro confronti sono divenuti popolari in Cina».
Citando libri contro i musulmani di un secolo fa, O intrattiene i suoi lettori con battute razziste: «Quando un musulmano è in viaggio, ingrasserà e tornerà a casa. D’altro canto, se due musulmani intraprendono un viaggio, dimagriranno e torneranno». Ma i “crimini” dei musulmani, obietta, non sono scherzi. I musulmani sono «in grado di compiere crimini terribili pur di raggiungere i loro scopi». A questo proposito offre un esempio da film horror: «Durante le celebrazioni per il Nuovo Anno cinese, i musulmani che non seguono le feste cinesi trascorrono la notte dormendo, dopo aver invitato i cinesi nei loro caravan a divertirsi. I musulmani si sono alzati quando i cinesi erano ubriachi, hanno strappato loro le coperte e li hanno picchiati a morte. Poi hanno messo il corpo del morto in un pozzo asciutto e l’hanno riempito con argento».
Nei Paesi più democratici, ci sono leggi contro questo genere di discorsi che incitano all’odio contro una delle principali religioni del mondo. Non nella Corea del Sud, forse, ma dovrebbero esserci.
Alcune persone, quando passano davanti a una vetrina, non resistono alla tentazione di entrare nella boutique e acquistare abiti nuovi. La O non riesce a resistere dal partecipare a una manifestazione in favore di una cattiva causa. Il 2 luglio 2019 ha elogiato quelle contro la Commissione generale per i diritti umani della Corea del Sud, segnalando con approvazione che gli oppositori dell’”eresia” e dell’omosessualità avevano unito le proprie forze. È chiaro che non le piacciono, in generale, i diritti umani. Desidera che la Commissione sia «abolita ed eliminata». È convinta che protegga «l’eresia satanica», che in questo caso significa i Testimoni di Geova.
Per molti anni, la Corea del Sud è stata criticata dalle Nazioni Unite per il fatto di mandare in galera i Testimoni di Geova, obiettori di coscienza, poiché la loro religione impedisce loro di prestare il servizio militare. Le Nazioni Unite hanno sottolineato come quasi tutti i Paesi democratici abbiano approvato leggi che permettono l’obiezione di coscienza. Lentamente, la situazione si sta risolvendo anche nella Corea del Sud.
In questo caso, O fa un’eccezione rispetto al suo mantra abituale di «rinviare a casa» le persone. Alcuni dei Testimoni di Geova obiettori di coscienza infatti sono stati mandati a casa, fuori dalla prigione. O vuole che invece tornino in galera.
La Commissione nazionale per i diritti umani, obietta O, dovrebbe essere eliminata anche perché promuove politiche “antidiscriminatorie” che proteggono «gli omosessuali». Non ama l’“antidiscriminazione” e suggerisce di trattare l’omosessualità come un «disordine sociale». Le religioni hanno posizioni differenti rispetto all’omosessualità, e anche esprimerle in modo pacato è garantito dalla libertà religiosa. Il problema, tuttavia, è che le organizzazioni appoggiate da O sono state sistematicamente accusate, in Corea, di aiutare i genitori a rapire i giovani omosessuali per strada, per sottoporli a terapie forzate e a indottrinamento, allo scopo di modificare il loro orientamento sessuale. Sequestrati per strada… proprio come gli “eretici”! La O vuole che anche loro «tornino a casa».
In un articolo che giustifica la sua posizione contro gli omosessuali, O obietta che non siamo liberi di costruire la nostra cultura come ci pare e piace. Dovrebbe esserci permesso soltanto di «creare la storia e la cultura dell’umanità che Dio aveva in mente». Il problema è che ci è chiesto di credere che solo lei sappia ciò che Dio considerava giusto per noi. Come portavoce autorizzata di Dio, si sente libera di promuovere il fanatismo e offendere tutte le minoranze.
In occidente, Storia di O è noto come il titolo del precursore di tutti i romanzi pornografici, scritto nel 1954 da Anne Cécile Desclos (1907-1998) con lo pseudonimo di Pauline Réage. Ciò che la coreana O sta facendo è pornografia spirituale, la promozione dell’odio contro altri esseri umani (e di quelli più fragili, come i rifugiati) sotto la maschera di una primitiva teologia razzista. Un discorso che incita all’odio non è un discorso libero. È davvero il momento che venga fermato in Corea del Sud.
Fonte: BITTER WINTER /Massimo Introvigne
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